Le poesie, o meglio i ricordi o i pensieri che seguono, si trovano anche sul link www.linguediterra.it ed in particolare 'Paes Mio' è stata inserita nel trimestrale del paese 'VoltaPagina'.
Dedicata al mio paese, Volta Mantovana, con tanto amore.
Com’era allora e com’è diventato oggi.
O.M.R. 1940
Com’era allora e com’è diventato oggi.
O.M.R. 1940
PAÉS MIO
Me recòrde de te
paes mio amà, cuma te sie n’a olta; vèc’e malcünà. En möc de case mise ‘n so na culina, parìa che le caschés so sul a vardale. però quan te vegnìe da de föra e, te alsàe i òc te parìe mia proprio isé bröt; almén pèr me, perchè quel l’èra ‘l paés che vedìe cul cör. Ma cuma te vedìe le prime case, te cascàa i bras; l’èra vera, te sìe pròpe bröt e cadènt. Me te vulìe be, isé cuma te sìe, aga se stàbil gh’èra puertà e misèria. I me òc i vedìa bèi viài, bèle case, bèi palàss quel che ‘n cö l’è la realtà; ma che l’è restà èn sògn, per tanc agn. Te sìe bröt l’è vera, te sìe el pü puarét dèl circundàre; aga per quel gh’è mia döbe: ma quanta amicisia e amùr te gh’ie alura!!! Se tè gh’ie de bisògn, en tra puarét i se iütàa. De siór ghe n’èra mia tanc, ma chi du u tri che gh’èra, quant i te ‘ncuntràa, te sìe sicür, chi te ardàa da l’alt èn bass. Ma cuma l’èra bèl ala sera, quant töc ‘e stràch i se catàa ünì a fa n’a bèla ciciarada. Gh’èra mia pultrune, gh’èra mia divàn, ma ‘l sentarì de lüso l’èra quasi sèmpèr na banchina che balàa; Epüre che bèl che l’èra sta sentai töc èn sö la màdèr tèra. Alias O.M.R. |
PAESE MIO
Mi ricordo di te
Paese mio amato, Come eri una volta; vecchio e malridotto. Un mucchio di case sopra una collina, Sembrava cadessero solo a guardarle; Ma quando si veniva da fuori e Si alzava gli occhi Non sembravi poi così brutto; Almeno per me… quello era il paese Che vedevo con il cuore (sembravi un sogno). Ma come vedevi le prime case Ti cadevano le braccia: Era vero, eri proprio brutto e cadente. Io ti volevo bene così com’eri, anche se fisse erano povertà e miseria. I miei occhi vedevano bei viali, case nuove e palazzi. Quello che oggi è diventata realtà, Ma che è rimasto un sogno per anni e anni. Tu eri brutto è vero, Eri il più povero dei dintorni, Anche su questo non c’erano dubbi; Ma quanta amicizia e amore donavi allora! Se tu avevi bisogno, tra poveri ci si aiutava. Di ricchi non ce n’erano tanti, Ma quei due o tre, Quando t’incontravano, Eri certo che ti guardavano dall’alto in basso. Ma come era bello alla sera; Quando tutti stanchi ci si trovava uniti A fare una bella chiacchierata. Non c’erano poltrone, n’è divani, Ma il sedile di lusso Era (quasi) sempre una panchina che ballava; Eppure bello era stare tutti seduti Sulla MADRE TERRA Alias O.M.R. |
SENZA TITOLOUna folle rondine S’innamorò d’una rosa d’autunno E per lei volle restare. Partirono le compagne Per terre calde e lontane Chiamandola fino all’ultimo istante, “No” disse “Io rimango”. Restò essa accanto alla rosa e Accolsero insieme Gli ultimi raggi di sole. Ma ecco il vento impetuoso: L’autunno arrivò Sfogliando così la rosa Dai petali vermigli. Tremò la rondine, ma rimase … Rimase sapendo di morire. Scritta da alias O.M.R. |
AUTUNNOLe foglie vaganti nell’aria Mi fan ricordare la mia gioventù; Quando cercavo l’amore con la speranza Che l’avvenire per me fosse rosa. Che fanno le foglie d’autunno? (Le vedo ora) il vento… Le ammucchia, le unisce così… Come macerie della vita mia. Le dolci illusioni rosa Della mia primavera sono da tempo svanite. Ma, perché ora queste foglie Vaganti nell’aria, mi fan ricordare La gioventù ormai lontana? Che farne allora di questo AUTUNNO? Che vale ricordare l’estate, La primavera, Se mai la vita mi è stata amica? Guardo le foglie e penso… che l’autunno Può diventare dolce e caldo Quando vicino a te Puoi trovare Un amante, Un figlio, Un fratello, Un AMICO. Che forse saresti stato più capito e aiutato? Scritta da Alias O.M.R. |
UN ANGELO IN TERRA
La bimba seduta all’ombra di un gelso,
Guardava assorta il padre; Lo guardava senza realmente vederlo. Con le lunghe ossute mani Raccolte a coppa si sosteneva il viso Osservando l’uomo Che il calore del meriggio Aveva intriso di sudore La rozza camicia di cotone Rattoppata in più punti. Lo guardava ma non lo vedeva. Egli stava raccogliendo sassi Che quell’arida terra Sembrava far crescere al posto del grano: Li metteva poi in una cesta Portandoli fuori dal campo. Era solo un piccolo pezzetto quel terreno, Ma tutta la vita per quell’essere E per la sua famiglia. Tre giorni prima aveva visto Piangere e imprecare con rabbia e odio il padre, Mentre guardava il cielo grigio Pieno di vento, acqua e grandine, e: Lo vedeva ora … Mentre con amore e pazienza Toglieva da quei pochi filari di vite Uva, rami caduti e rovinati; Tentava poi di raddrizzare (inutilmente) I gambi di grano coricati: Lo guardava, ma non lo vedeva. Amava il padre ma non lo capiva. Avrebbe voluto la bimba Un padre pulito e ben vestito; |
Desiderava la piccola non dover combattere
Con cibo, abiti e giocattoli. Odiava i vestiti che indossava, Veniva sempre derisa e bistrattata Quando veniva riconosciuto Su lei un abito d’altre ragazze, Anche se riadattato con amore e pazienza Dalla mamma, Sempre anch’essa più nervosa e stanca. Non capiva quella sua triste vita, Ma avrebbe voluto con tutto il cuore Un padre con più soldi ed elegante. Era essa immobile sotto quel gelso; Guardando gli inutili movimenti Dell’uomo. Sentì LUI lo sguardo fisso su di sè, Si girò e guardò la figlia Sporca di terra, spettinata e dimessa, Ma lo colpì di più lo sguardo fisso E tanto triste: egli tremò. Intuì? Forse capì. Si avvicinò, i loro sguardi s’incrociarono: Lei lo vide contro luce, Un’aureola emanata attorno all’uomo: Era forse calore, Era senz’altro sudore, Ma lei vide un ANGELO (questo il caro nome Angelo). Si guardarono, si sorrisero; Corse la bimba fra le braccia del padre. Mai lo avrebbe voluto diverso, L’amore per lui era grande, Era immenso: Come grande era l’amore di lui Per la piccola che stava seduta Sotto il gelso, In un giorno di luglio Di tanti, tanti anni fa. N.B. Questo pensiero/ode al padre è presente anche nel libro 'Voli di memoria'. |
Fedrighetti, chi era? Strada di sassi e di ricordi. Chi era costui? Quei sassi che han visto di tutto e di più, Dal pastore al capraio, Dal carretto con l’asino, Al carro con i buoi, Dall’uomo che aiutava a spingere Al bastone che incitava gli animali. Pochi metri ma difficili, Ma sempre con volontà e fatica si faceva. In seguito si son visti pittori, Fotografi principianti e Registi di fotoromanzi. Povero vicolo ora dimenticato Con i sassi vaganti nella via, Con buche sempre più profonde; Cosa si può fare per rivalutarti? I giovani di allora non lo sono più, La tua via in salita o in discesa è pesante; Le inutili richieste di aiuto per rivalutarti. Sono andate a vuoto ... NO ... Qualche cosa è stato fatto … L’erba vicino ai muri non c’è più, Le buche sono state otturate, ma … Poveri sassi messi nella sabbia Che alle prime piogge Si tolgono e cominciano a rotolare. Nel vicolo. Chi era Fedrighetti? Perché non ti sei chiamato Con un nome altisonante |
Nulla vive se tu non vivi;
Nulla è l’anima mia Se tu non esisti. Chi sei? Solo parole d’amore sai dire Ma non conosco l’essere tuo. Sei sogno? Sei realtà? O solo nei miei pensieri vaghi? Aiuti chi soffre, ma tu soffri! Soffrire e adagio morire E l’anima mia sta morendo. Ma ecco, anche oggi come ieri Vedo una nuvola, Si scompone, si apre e mi appari. Non vedo il tuo viso, Non distinguo il tuo corpo, Ma so che ci sei. Rimarrai? Te ne andrai? La paura del tutto è in me. Ti voglio e ci sei, Ti penso e sei qui, Ma tu chi sei? Sei vero? Irrealtà, sogno? Le domande si accavallano: Il nulla risponde. Gli occhi miei gelidi Fissano un punto lontano: Si accendono, s’illuminano, Muoiono. Ecco è il nulla, L’irrealtà, La fantasia. |
MAMMA
Oggi ho guardato il tuo viso
E un freddo gelo ha avvolto Il mio essere. Una ragnatela di rughe Ti copriva il volto, Le tue parole non erano chiare, Facevo fatica io a capirti, Facevi fatica a parlare tu. Mamma, Forse tra noi Non c’è mai stato troppo amore, Forse la tua severità Di tanti anni fa Ha impedito a entrambe Di esprimere il sentimento Più naturale tra figlia e madre. Ma oggi ti ho guardato e ti ho visto Mamma E, ho capito che Ti ho sempre voluto bene; Ma come allora Anche oggi non riesco e Non riuscirò a dirtelo mai; Non riuscirai a dirmelo mai. Sono molti gli anni che hai, oggi ti ho visto, Ho ricordato molte cose: Mi sei mancata Mamma. Mi sei mancata tutta una vita, Ma nonostante tutto Mi mancherai Mamma. |